di Emanuele Cinelli
Premessa
Può sembrare paradossale, eppure non è assolutamente difficile
osservare comportamenti errati in relazione al portamento dello
zaino, e non solo negli alpinisti della domenica, ma anche tra coloro
che praticano gli sport alpinistici con maggiore assiduità.
In effetti chi mai si è chiesto come si porta uno zaino?
Quali libri si preoccupano di trattare l'argomento?
Quali corsi analizzano la questione?
Quali studi sono stati fatti in merito?
Ad ogni domanda dobbiamo rispondere nessuno o pochi. Eppure il
portamento dello zaino è un aspetto molto importante, che coinvolge
sia gli aspetti atletici che quelli sanitari: portare male uno zaino
vuole sicuramente dire aumentare la fatica; nel breve termine può
procurare dolori alle spalle e alla schiena; alla lunga può portare
a deformazioni permanenti nella struttura scheletrica del busto,
con la cronicizzazione di dolori articolari e muscolari.
Con questo articolo voglio darvi qualche indicazione, basandomi
su quanto negli anni sono riuscito a catturare dalle mie personali
esperienze e da qualche lettura. Avrei voluto supportare il tutto
con della documentazione medico-scientifica, ma ho trovato solo
qualcosa in relazione ad alcuni recenti studi sui ragazzi in età
scolare, documentazione medica interessante ma non applicabile al
contesto tecnico del mio articolo.
Si tratta, comunque, di un primo abbozzo di articolo, è mia intenzione
continuare le ricerche, completare l'analisi ed arricchire il tutto
con illustrazioni. In tal senso vi chiedo di segnalarmi per e-mail
(emcinel@tin.it) ogni dubbio che la lettura di
questo articolo non sia in grado di risolvere o faccia nascere in
voi, non vi risponderò in privato ma utilizzerò le vostre segnalazioni
per completare l'articolo e potrete poi trovare le risposte in questo
sito
Grazie e buona lettura. |
Analisi
Le regole per un buon portamento dello zaino sono poche ed elementari.
1 - Azione del carico
Il carico dev'essere posizionato in modo tale da agire in asse
con la spina dorsale, ovvero da non comportare flessioni all'indietro
della schiena, a cui istintivamente ci opporremmo facendo intervenire
tutta una serie di muscoli del busto, con un aumento dell'energia
consumata, nonchè l'affaticamento e l'indolenzimento di tali muscoli.
E' vero che piegando molto il busto in avanti possiamo anche azzerare
l'effetto, ma al contempo viene impedita la dilatazione del muscolo
diaframmatico e, quindi, la corretta ventilazione polmonare: i polmoni
hanno una forma all'incirca a campana, il loro maggior volume è
nella parte bassa mossa solo ed esclusivamente dal muscolo diaframmatico;
una ventilazione toracica muove meno di un terzo del volume polmonare
ed interessa una limitata parte degli alveoli con un ridottissimo
scambio, quindi una minima ossigenazione del sangue e una conseguente
riduzione della capacità di lavoro aerobico, l'unico che non comporta
la produzione di tossine e l'insorgenza di crampi.
Per ottenere la corretta azione del carico è necessario che lo
stesso risulti, compatibilmente con le necessità di stabilità più
oltre illustrate, il più alto possibile e il più vicino possibile
alla schiena. L'ideale sarebbe sulla testa, ma la stabilità non
ottimale ne sconsiglia l'attuazione, ottimo risultato si ottiene
stringendo al massimo gli spallacci, per alzare la posizione dello
zaino rispetto a quella della schiena, e posizionando il materiale
più pesante nella parte alta dello zaino: ricordate le gerle dei
contadini di montagna e il carico che riuscivano in tal modo a portare?
Altro fattore importante: il materiale dev'essere sempre distribuito
in verticale, non in orizzontale, pertanto scegliete uno zaino con
la capienza minima necessaria o adattatene la capienza mediante
i variatori di carico (cinturini laterali o, talvolta, frontali).
2 - Stabilità del carico
Lo zaino dev'essere il più stabile possibile al fine di evitare
continui spostamenti dello stesso con conseguenti alterazioni dell'equilibrio
e la necessità di relativi adattamenti di postura. Per non considerare
la pericolosità di bruschi e violenti spostamenti del carico in
situazioni di equilibrio precario, ad esempio in arrampicata, o
quando sono impediti ampi spostamenti dal percorso di marcia, vedi
sentieri attrezzati o, comunque, esposti.
Pertanto:
- spallacci ben stretti;
- cintura addominale allacciata e correttamente regolata (non
troppo stretta, ma nemmeno lasca);
- tutto il materiale di peso (scarponi, borraccia, viveri, corda,
eccetera) dev'essere posto all'interno dello zaino, escludendo
l'eventuale estensione, solitamente troppo morbida per poter contenere
in modo stabile il materiale; eventualmente è possibile tenere
all'esterno la corda, ben fissata allo zaino mediante la patella
e le cinghie porta sci o i variatori di carico, o la borraccia,
se è possibile fissarla saldamente allo zaino (alcuni dispongono
di un apposito portaborraccia sul fianco o in cintura).
Un appunto riguardo alle magliette, giacche e altro materiale di
peso trascurabile: certo appenderlo fuori dallo zaino non comporta
problemi ai fini del suo corretto portamento, a patto che sia comunque
ben fissato e che non svolazzi, non tanto per non perderlo, ma quanto
per non darlo in faccia agli altri e per non rischiare che s'incastri
su rocce, alberi o cespugli.
3 - Ergonomia dello zaino
Apparentemente la forma e la struttura di uno zaino potrebbero
sembrare ininfluenti ai fini del nostro discorso, eppure uno zaino
mal costruito potrebbe impedirne il corretto portamento, oltre a
determinare una minore sopportazione del carico.
Quali sono, pertanto, le caratteristiche che deve avere uno zaino
per essere considerato un buon compagno di viaggio? Ovviamente il
discorso è molto ampio, diversi distinguo andrebbero fatti, possiamo
comunque individuare caratteristiche comuni a tutti gli zaini e
indipendenti dall'utilizzo:
- gli spallacci devono essere larghi per distribuire la sollecitazione
su una superficie maggiore, diminuendo il carico per centimetro
quadrato;
- gli spallacci devono essere imbottiti, per assorbire una seppur
minima parte del carico;
- gli spallacci devono essere ricoperti con un tessuto morbido,
per evitare abrasioni sulla pelle qualora si portasse lo zaino
a dorso nudo o con la sola canottiera, come capita nelle escursioni,
nei trekking e negli avvicinamenti di bassa e media montagna;
- gli spallacci devono essere regolabili quantomeno in lunghezza,
se poi è possibile anche regolarne la posizione verticale rispetto
al dorso dello zaino tanto meglio;
- devono esserci i variatori di carico, salvo per zaini di limitata
capacità (30 litri o meno);
- deve esserci una cintura addominale, regolabile e larga, meglio
se morbida e imbottita nelle zone di contatto con i fianchi;
- utile, anche se non indispensabile, il cinturino pettorale.
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