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Rifugio Altissimo "Damiano Chiesa" al Monte Baldo (pag.3)


 
Gruppo di tedeschi che ravana nella neve - foto Edo  

Mentre ci rifocilliamo vestiti a strati come cipolle, ci godiamo la ravanata in mezzo alla neve del gruppone tedesco di downhill, ben lieti che abbiano deciso di scendere dall'altro versante: avrò i miei problemi in discesa senza bisogno di essere travolta da una mandria di pazzi scatenati.
Il freddo e i nuvoloni ci suggeriscono la ritirata. Abbiamo ancora un bel pezzo di strada prima di arrivare alla fine del giro e non sono nota per essere un drago in discesa su sterrati molto accidentati: spero di riuscire a farla tutta in sella, ma non ne sono certissima.
Invece è stata una soddisfacente e divertente discesa. Si, ok, ho rischiato il capottamento un paio di volte su qualche tornante un pò stretto e l'investimento da parte di un paio di discesisti-missile, ma è andato tutto benissimo. Arriviamo al rifugio Graziani sani e salvi e soddisfatti. Dal Graziani giriamo a destra: ora ci aspetta un bel pezzo di asfalto, tutto in discesa, fino alla Bocca di Navene (m.1426, km 17 circa dalla partenza)

discesa dal rifugio D.Chiesa - foto franza foto franza

A Bocca di Navene ci fermiamo un attimo per intravvedere uno scorcio del lago di Garda immerso nella foschia, e per guardare a bocca aperta due ciclisti che scendono per il ripidissimo sentiero n.634 che li porterà fino a Navene, sulle rive del lago. Il loro socio, scrollando visibilmente la testa, scende a spinta e io mi identifico immediatamente con lui. Copio e incollo da un sito: "L'inizio e' veramente impegnativo; il seguito, traumatico. Sentiero strettissimo e a tratti scivoloso con fondo in terra e rocce; sponde in ortica originale del Garda (ci siamo capiti eh!?). Dopo i primi metri il tracciato s'ingentilisce, si fa per dire, fino a trasformarsi in una pista dai curvoni in forte appoggio. Il fondo cela spesso degli imprevisti occultati da fogliame e rametti: sulla sezione di un pneumatico anche un semplice sasso puo' essere deleterio. Scendendo rapidamente di quota la calura si fa avvertibile; i litri d'acqua di riserva passano rapidamente dallo zaino alle nostre pance." Finito lo show dei 3 coraggiosi, riprendiamo a pedalare in semipiano, passiamo davanti al rifugio Bocca di Navene, al momento in ristrutturazione, e, fra prati e fiori, godendo del profilo del Baldo che si staglia dall'altra parte della valle, arriviamo, sempre in piano poi in leggera discesa, all'incrocio di Pra Alpesina.

 
Il profilo del monte Baldo - foto franza Cardamine pentaphyllos - foto franza

Dimenticavo di dire che nel frattempo i nuvoloni sono spariti ed è uscito un sole splendido! All'incrocio, (malga-ristoro sulla sinistra NON in vista dalla strada) ignoriamo la strada che si stacca verso destra e passa sotto una seggiovia, e prendiamo decisamente quella che scende verso sinistra. Poco dopo passiamo accanto alla costruzione di Malga Dossoli dove parte l'impianto di risalita.


 
lago Pra delle Stue - foto franza  

Qui inizia una lunga, lunghissima discesa su asfalto, veloce, divertente, prima fra i prati poi nel bosco.
Troppo lunga, troppo divertente. Porcaccia miseria, si continua a scendere, S.Valentino è parecchio più in alto. Inanelliamo tornanti su tornanti e l'altimetro continua a calare. La strada si stringe e si infila in una gola: finalmente, sulla sinistra, vedo la diga del lago artificiale Pra delle Stue: siamo arrivati nel punto più basso del percorso (1014 metri, 25 km dalla partenza), dove la strada provinciale 230 termina ad un incrocio. Una strada sale, a sinistra, verso S.Valentino, una scende, a destra, verso Avio. Il posto è un po' tetro, chiuso in fondo alla valle; una vecchia casa proprietà dell'ENEL e il muraglione delle diga che incombe non invitano a fermarsi.
Ci facciamo coraggio e cominciamo quindi ad arrampicare a sinistra verso S.Valentino. I primi due tornanti sono davvero ripidi, e il sole, quel maledetto, che si è fatto desiderare in cima all'Altissimo, mi picchia inesorabile sulla coppa.

 
Primula eliator - foto franza  

Fortunatamente poco dopo la pendenza diminuisce e saliamo costanti lungo i tornanti senza incontrare praticamente traffico. Ogni tanto mi fermo a fotografare fiori, ce ne sono milioni: orchidee, genziane, primule, prati di ranuncoli. Ogni foto un'ottima scusa per prender fiato ;) Il caldo si fa sentire e do fondo alla borraccia. Finalmente intravvedo l'ultimo pezzo in semipiano (semi) e l'auto.
Come sempre arrivo buona ultima: c'è già chi se la ronfa tranquillamente su una panchina. Dalla diga alla macchina, circa 300 metri di dislivello in salita e 6 chilometri per un totale di 1104 metri di dislivello e 32 chilometri. In sostanza, una bella escursione, da evitare in piena estate per il caldo e nei periodi di maggiore affollamento. A parte la faticosa salita dal rifugio Graziani al Damiano Chiesa, tutta asfaltata e pedalabile. Punti di ristoro sparsi lungo tutto il percorso, non occorre portare ettolitri di acqua. Avendo un po' di tempo sarebbe da fare una puntata all'oasi naturalistica "Corna Piana di Brentonico", l'accesso alla quale si trova circa a metà del percorso fra S.Valentino e il Graziani, sulla destra.

Il riposo del guerriero - foto franza Finita! - foto franza

 

   
 
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