Bolzano, Colle, Wölfl,
Nova Ponente, Ponte Nova, Cornedo, Bolzano
Provincia: Bolzano
Zona: Bolzano, Val d'Ega
22 agosto 2004
Tempo di percorrenza | 3 ore 50 minuti di pedalata. Il ciclocomputer del mio compagno di gita dice 3 ore e 20, ma l'abbiamo fatto insieme.. boh. |
Distanza | 40 km |
Dislivello in salita | m. 769 |
Dislivello in discesa | m. 1561 |
Pendenza massima in salita | 30% |
Pendenza media | 9% |
Altezza massima raggiunta | m 1456 slm |
Ciclabilità | totale per i fighi, io ho spinto la mia parte |
Difficoltà | fisicamente media, tecnicamente alcuni tratti non semplicissimi |
Punto di partenza e di arrivo | Bolzano |
Cartina usata | Tabacco, foglio 029, Sciliar - Catinaccio - Latemar 1:25.000 |
Orientamento | Facile fino a Nova Ponente, poi occorre attenzione |
Profilo altimetrico | stavolta il ciclocomputer funzionava a dovere |
Note | Salendo in funivia il giro non risulta troppo faticoso. Le salite sono in parte complicate dal fondo non splendido (eufemismo), qualche pezzo in discesa direi abbastanza tecnico. (in discesa non sono un drago, ma..) - Panorama splendido soprattutto nella parte centrale, al cospetto del gruppo del Catinaccio e del Latemar. Nella prima metà molti punti di appoggio, la seconda parte più selvaggia. Nonostante fosse la settimana di ferragosto la gente incontrata è stata davvero poca, biker pochissimi nella prima parte, nessuno nella seconda. |
Questo giro nasce dalla necessità, in un we di "grande controesodo", di evitare in ogni modo l'auto e le relative code: partenza e arrivo, quindi, da Bolzano. Giro un tantino esoterico, almeno per i nomi dei luoghi attraversati. L'escursione parte dalla funivia del Colle, a Bolzano nord, la più antica funivia sospesa per trasporto persone del mondo, inaugurata nel 1908. Gli orari sono qui. La pagina fa riferimento all'anno 2001, ma sono rimasti più o meno gli stessi. Più o meno perchè fanno un po' quel che vogliono: se il carico è completo partono anche più spesso di quanto dichiarato. Prezzo del biglietto ad oggi € 4,20 per una persona con bici. In 9 minuti si arriva a 1100 metri, risparmiando quasi 900 metri di dislivello e circa 11 chilometri di asfalto. Stavolta passiamo la mano e saliamo ben volentieri sul vagoncino.
Bello lo spettacolo della città vista dall'alto, San Genesio, il Renon, “lì una volta era tutta campagna" eccetera. Il cielo tersissimo, più settembrino che da mezzo agosto, permette un'ottima visibilità, purtroppo anche sul brutto residence che deturpa Castel Guncina. Dal piazzale della funivia partiamo subito in salita e, all'incrocio sotto la chiesina, lasciamo sulla destra l'asfaltata in direzione Schneiderwiese per imboccare la sterrata verso la Wolftal - valle del lupo (segnavia E5 - 4 sbiadito su un sasso, e poco oltre cartello di legno). Buona parte dell'itinerario si svolge infatti sul sentiero europeo E5 che corre dal Lago di Costanza al mare Adriatico. Passiamo accanto ad un gruppo di masi e ci infiliamo ben presto nel bosco. I primi 2 chilometri e mezzo si snodano piacevolmente in costante ma comoda salita, su fondo ottimo, nell'ombra degli alberi. Fa quasi freddo. Ad un bivio ignoriamo l'indicazione Schneiderwiese e continuiamo dritti per la Wolftal.
La pacchia non dura molto: ben presto il fondo si fa molto sassoso e sconnesso e la pendenza si fa più marcata. A volte bisogna scendere e spingere qualche metro per superare scalini di sassi o di radici. Nei punti più ripidi le piogge hanno dilavato il terreno e messo a nudo il fondo accidentato e nei posti aggiustati da poco c'è quel mefitico ghiaino poco compatto e non ancora assestato nel quale le ruote affondano senza far presa. Non me la ricordavo così dura... forse perchè l'ho fatta in discesa? Per fortuna sono solo 2 chilometri e mezzo, e dopo un totale di 5 chilometri di pedalata arriviamo in località Totes Moos (palude dei morti), a 1472 m secondo la cartina, 1452 secondo il mio ciclocomputer.
Sono comunque 356 metri di dislivello, la maggior parte dei quali negli ultimi 2 chilometri, con il 9% di pendenza media, il 16% di pendenza massima. All'incrocio di Toten Moos (capitello e biotopo - da informazioni orecchiate pare che il nome si riferisca ai morti di peste qui sepolti, come racconta una leggenda) giriamo decisamente a sinistra in direzione Deutschnofen (Nova Ponente) sul comodo sentiero n.1, dal fondo finalmente ottimo e in leggera discesa.
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