Itimolod ekibrepus ovvero Dolomiti Superbike al contrario ;) pag.5
La piana di Dobbiaco è splendida: prati, masi, contadini al lavoro, e, appunto, pianura! Seguiamo la ciclabile (cartelli ovunque) fino ad un piccolo viadotto, dove si divide in due rami, entrambi indicati come ciclabile. Dopo un attimo di perplessità imbocchiamo quello di sinistra: non so dove vada a finire l'altro, quello di sinistra comunque va nella direzione giusta. Sempre in piano continuiamo fra i prati fino ad un incrocio (41 km dalla partenza). Una strada gira a destra e pare proseguire in piano verso il paese, che si vede laggiù in fondo. L'altra gira a sinistra e comincia a salire. Il cartello, perentorio, segnala "Villabassa Km 3" verso sinistra, fregandosene allegramente della mia poca voglia di salita. Io, la pigra, tenterei a destra ma la truppa rumoreggia e decidiamo di seguire le indicazioni. Così non saprò mai dove portava la bella, comoda, accattivante, stradina piana! Infatti la fetente s'impenna improvvisamente. Miseriaccia, Villabassa è li', a un tiro di schioppo, al nostro livello. Domandandomi perchè bisogna sempre arrampicarsi in su per andare verso il basso, e perchè sempre alla fine quando non si vede l'ora di scendere di sella, e se per caso non abbiamo sbagliato, insomma smadonnando per circa un chilometro, arriviamo in cima alla salita (che poi a mente fredda è una breve salitella), all'altezza della "Casa Alpina Nonmiricordoilnome", una grande costruzione che ha l'aria di una colonia. Qui la strada comincia a scendere e poi a spianare. Pare si allontani da Villabassa verso sinistra, ma a un incrocio, seguendo le precise indicazioni, giriamo a destra e siamo quasi in paese. Seguendo sempre il segnale di ciclabile facciamo una gimcana in un cantiere per la costruzione della tangenziale, passando fra caterpillar, buchi, sassi e pale meccaniche e siamo in centro.
Prima di rimontare in auto facciamo un giro turistico per il paese (molto bello peraltro), alla ricerca di una fontana dove disincrostare Edo dal metro cubo di fango che si porta appresso. Scartiamo quella con la statua della madonnina in pieno centro, giriamo un po' e facciamo in tempo a perderci di vista: io mi attardo a chiacchierare con un paio di gatti e quando alzo lo sguardo non c'è più nessuno.
Pare sia la mia abitudine quella di sparire nel nulla: si girano e non ci sono più. Una foto urgente da fare, qualcuno di interessante con cui scambiare due parole, un gatto, un fiore e gli altri sono già lontani. Quando finalmente ci ritroviamo Edo ha riacquistato una parvenza umana. In sostanza: bel giro, senza problemi di orientamento, su fondo sempre molto buono, non faticoso, paesaggisticamente appagante, con punti di appoggio sparsi lungo tutto il percorso. Io consiglierei di farlo da giugno a metà luglio, e da fine agosto a metà ottobre: in alta stagione l'affollamento non permette di godere appieno della suggestione del luogo. Prima di pianificare il giro, controllare la data della Dolomiti Superbike: trovarsi inaspettatamente in mezzo ad una mandria di bisonti tesi al risultato non deve essere piacevole. In primavera Prato Piazza è un mare di fiori e in autunno non si sale mai troppo in alto (max 2040 metri) da rischiare la neve. A parte quest'anno che hanno dovuto interrompere la gara, in luglio, per una nevicata ed hanno raccolto alcuni ciclisti mezzi assiderati! Ringrazio Bed e Baco per la consulenza cartografica: se i nomi delle cime sono sbagliati la colpa è loro! ;) |