Itimolod ekibrepus ovvero Dolomiti Superbike al contrario ;) pag.4
Pedaliamo in leggera discesa, stando ben attenti a tenerci sulle "rotaie": in centro, infatti, le vecchie traversine, che ogni tanto si intravvedono parzialmente coperte dal manto erboso, rendono il percorso molto sconnesso. Dopo un paio di chilometri si raggiunge il lago di Landro: la vecchia ferrovia lo costeggia sulla sinistra rasentando la statale e, poco dopo il lago, si stacca di nuovo dalla strada infilandosi fra i boschi.
Continuiamo a pedalare fra boschi e prati, incontrando qui e là le vecchie stazioncine della ferrovia ormai in disuso. Il percorso è sempre intuitivo, non ci sono mai problemi di orientamento, nemmeno quando la sterrata attraversa la statale e si porta alla sua sinistra. In un continuo, gradevole, saliscendi, su fondo molto variabile, perdiamo lentamente quota in direzione di Dobbiaco. Attraversiamo il letto asciutto e sassoso di un torrentello, (io a spinta, sorpassata di gran carriera da una fucilata vestita da ciclista che manco mi vede), guadiamo un rivo e passiamo accanto ad un cimitero di guerra. Il fondo si fa sempre migliore man mano che scendiamo.
Poco prima del lago di Dobbiaco, il fattaccio: in mezzo alla strada un magnifico pantano dall'aspetto poco rassicurante. Raccomandandoci l'anima acceleriamo con forza e passiamo quasi indenni dall'altra parte. A questo punto l'alzata d'ingegno: "Edo, prova a rifarlo che ti faccio una foto!". Lui prende la rincorsa e lo attraversa, arriva dall'altra, gira la bici e torna indietro. Senza rincorsa. Le ruote non fanno presa nel fango scivoloso alto qualche centimetro, girano a vuoto schizzando schifosa poltiglia grigiastra ovunque. La bici perde velocità, sbanda, Edo cerca di mettere giù un piede ma si scorda gli spd: risultato... un volo a pelle di leone in mezzo alla melma! E io, troppo occupata a ridere come una matta, mi dimentico di scattare. Peccato!!
Ripescato il nostro eroe dal pantano e ripulito alla bell'e meglio, riprendiamo la ciclabile arrivando in pochissimi minuti al lago di Dobbiaco. Lo costeggiamo sul lato destro fino alla fine, dove la strada diventa asfaltata, e scendiamo fino alla frazione Rienza, passando sotto un viadotto della pista di fondo. Passiamo accanto alla scuola di sci, alla piscina, e ad un incrocio continuiamo sulla sinistra, seguendo il segnale di ciclabile, senza entrare in Dobbiaco. Passiamo sotto un viadotto e sbuchiamo davanti alla caserma dei Carabinieri. Giriamo a sinistra seguendo la ciclabile che porta verso Brunico senza arrivare alla statale.
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