Kirchbergtal (Val d'Ultimo/Ultental) - Pag.2
Finora l'uscita è stata poco faticosa, le pendenze umane, il fondo ottimo. Ma già dalla malga si vede che da qui le cose cambiano notevolmente: una bella rampa che la sottoscritta affronta coraggiosamente in sella ma ben presto scende a più miti consigli: smonta e spinge! E vai di smountain bike, la mia specialità. La rampa è tosta, ma la maggior parte dei ciclisti seri se la fa tranquillamente pedalando, sono la pippa della compagnia. Ancora un tratto con pendenze moderate, e poi di nuovo rampe impegnative. Due escursionisti tedeschi salgono a piedi accompagnati dal cane che fa la spola fra il marito, la moglie e me. Alla fine della giornata avrà percorso il triplo della strada. |
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Da questo punto in poi i tratti pedalabili alla mia altezza sono davvero pochi. La forestale infatti termina in un sentiero stretto, ripido, e con fondo piuttosto sconnesso. Intorno ancora prati, ruscelli, cascatelle, rododendri. Guido? Starà ancora dormendo? O starà spingendo pure lui sull'altro versante? Il cellulare è fuori copertura ma comunque mai chiamare un mtbiker mentre pedala: spesso fermarsi vuol dire non riuscire a ripartire, come la sottoscritta in questo momento. Andando piano c'è tutto il tempo di guardarsi attorno e attirano la mia attenzione migliaia, e non scherzo, di bruchi giallo/neri che strisciano da soli, a coppie, in gruppi, in comitive, in trenini, praticamente ovunque. In un avvallamento ne trovo una polenta intera. A posteriori un'amica mi suggerisce processionaria, ma i pini sono lontani, si trovano in mezzo al pascolo molto in alto, sopra i 2.100 metri. La processionaria è più pelosa e arancione.. Insomma nessuno che mi sappia dire con precisione chi diavolo siano. Qui e qui due foto ingrandite, se qualcuno volesse dare un'occhiata e chiarire il mistero. A spinta risalgo la rampa, poi pedalo ancora un po', poi rispingo, poi pedalo per qualche metro, e avanti così, su e giù dalla sella su un sentiero a tratti molto stretto dal fondo tecnico e su pendenze che vanno dal ripido al molto ripido, con qualche breve tratto quasi piano. Finalmente lassù scorgo il famoso "totem" di sassi, immortalato in tutte le relazioni di questo giro trovate su Internet. Mi illudo di essere al passo, ma l'illusione è di breve durata: ancora circa 100 metri di dislivello, in parte a piedi, ed ecco il passo (Km.9,5 m.2449 dice il cartello, m.1.020 di dislivello totale). Abbè, non sia mai che ci arrivi a spinta! un po' di dignità diamine! Monto in sella e con l'aria di quella che è arrivata fin su pedalando fo la mia entrata trionfale al cospetto di due escursionisti che mi guardano con malcelato compatimento. Osservando meglio... ehm... mi avevano vista spingere e sentita siraccare più in basso, non ci sono cascati :-D Foto di rito per immortalare la conquista del passo di Rabbi poi gli ultimi metri alla ricerca del rifugio che da qui ancora non si vede. Scolliniamo, ed eccolo lì pochi metri sotto, un salto e si atterra sul tetto. Trascino la bici giù per gli ultimi metri di sentiero, assolutamente non pedalabili ed eccomi arrivata. E chi c'è seduto sulla panca con davanti una birra monumentale? Ma Guido ovviamente, che aspetta già da un po'! Ma ciao, ma ciao, sei gia' qui? Aspetti da molto? Eh circa 40 minuti. Ed arriva in bici direttamente da Mezzana, LUI! Ovvero si è pedalato mezza val di Sole, tutta la Val di Rabbi (in salita!) e tutto il sentiero fino al rifugio, circa 1680 metri di dislivello, a 53 anni, mica paglia, fresco come una rosellina in boccio. E gli restano ancora un 300 metri da risalire fino a casa a Mezzana. Mamma mia che pippa sono! O lui un piccolo mostro? Non indaghiamo che è meglio. |
Ometto-totem |
Passo Rabbi |