Pale di San Martino
Mavaffarangola trekk tappa n.2 - pagina 2
dal rifugio Mulaz al Rifugio Pedrotti alla Rosetta
- Sentiero delle Farangole
(ottava tappa dell'Alta Via n.2)
Sentiero delle Farangole (foto Val)
Ripido eh? Mortacci, ripido si. Però pare attrezzato bene, VERO? Benissimo, per fortuna. Dopo una sosta cazzeggio Val inizia a scendere. "Vieni, è facile, protetto molto bene e ci sono appoggi ovunque per i piedi" mi urla, staccando nel contempo una frana di sassi assortiti. Vieni un corno, se mi muovo le faccio precipitare mezze Pale in testa. Quando la vedo fuori portata inizio a scendere. Un pò arrampicando, un pò meno dignitosamente appesa al cavo come una salama da sugo, arrivo in fondo al tratto attrezzato contenta come una pasqua dopo aver fatto rotolare a valle mezza montagna ad ogni movimento. Con il santo imbrago è facile e divertente. Meglio però non trovarla così, com'è capitato a questi ragazzi nel luglio 2005. Mi stacco dal cavo e togliendo lo zaino per recuperare le racchette faccio un passo per raggiungere la traccia di sentiero che scende verso il fondo della valle. Il ghiaione inizia a muoversi sotto i miei piedi e mi ritrovo col culo in terra e lo zaino che se ne va per i fatti suoi con tutto che mi frana attorno. Valeria non perdona, scatta e pure pubblica! :P Ora ci aspetta un sentiero semipiano attrezzato qui e là: convinte di essere alla fine delle grane battiamo cinque, scendiamo fino ad un pianoro in vista della Torcia di Valgrande e ci fermiamo a riprendere possesso delle nostre facoltà e a mangiare qualcosa. Val fa a tempo ad addomesticare un gracchio spatuzzo che le becca il pane quasi dalle mani. Dietro a noi la bella conca detritica chiusa verso est dal Campanile Focobon, dalla Torre Quattro Dita (il quinto? franato, suppongo) da Cima Vezzana e dal bastardissimo passo delle Farangole. Riprendiamo spedite il cammino sul sentiero che, all'inizio, sembra comodo e tranquillo anche se a picco sul Pian delle Comelle. Poi inizia ad essere attraversato con frequenza crescente da ripidissimi, infidi e scivolosi colatoi. Calma, passo fermo e occhio a dove si mettono le zampe. Un rotolone giù per quegli sgrebeni non dev'essere una passeggiata di salute. Inizia il primo breve tratto attrezzato. Poi il secondo. Poi il terzo. Passaggini bastardi, corti ma fetenti, spesso in discesa. Non doveva essere "un breve tratto attrezzato"? Breve un accidente. I cavi si susseguono ai cavi, le braccia mi fanno male, lo zaino pesa e a ogni svolta del sentiero Val mi strilla: "altro cavo!". Ho fame, sonno, caldo, freddo, tiepido, insomma ne ho due balle così. Ma che, siamo femminucce, per caso? Avanti a testa bassa, borbottando frasi irripetibili. "Attenta c'è un passaggio delicato, non c'e' nessun posto dove mettere i piedi". Nel pieno del ravanamento, appesa al cavo come Tarzan nel canalino bagnato e scivoloso come il sapone alzo lo sguardo per vedere come ne è uscita Val, e la vedo slegata, in bilico, che si sbraccia con lo zaino sopra la testa spingendo per farlo passare attraverso uno spiraglio nella roccia. Quando riapro gli occhi e la vedo salda e tutta intera fuori dalle rogne, la raggiungo e con una doppia dose di moccoli traghettiamo anche la mia casa portatile dall'altra parte.
Qui il sentiero si allarga, non è più sospeso su un paio di centinaia di metri di prato a precipizio e scende decisamente . Dovremmo essere fuori dalle grane. Temendo un nuovo cavo ad ogni curva scendiamo veloci verso Pian dei Cantoni perdendo rapidamente quota. Il che si traduce in un "ma porco diavolo, ora siamo quasi 300 metri sotto il rifugio Rosetta!" Rassegnate ci avviamo sull'autostrada che sale al rifugio e come dio vuole un'infinità di ore dopo la partenza arriviamo a mettere le mani sull'agognata birra e sulla migliore zuppa d'orzo del millennio. A parte i lontani escursionisti attentamente osservati col binocolo dalla forcella Margherita, la ragazza incrociata sul ghiaione e un tizio durante la pausa pranzo, in tutto il giorno non abbiamo incontrato nessuno. La mattina dopo al lavatoio scambio due parole con la tedeschina del giorno precedente, oggi particolarmente loquace. Come mi è parso ieri il percorso? Be', con l'imbrago, fattibile e anche divertente. "Unterhaltsam? Mein Gott, furchtbar!" (divertente? dio mio, spaventoso!). Bed? Lasciamo perdere va ;) |