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Sassolungo - Val Duron (TN) o della Scarpibike pag.3

E ora sorgono i dubbi: da che parte bisogna proseguire? Dalla Giogaia di Fassa partono due sentieri: l'uno che scende dritto davanti all'ingresso del rifugio l'altro che parte in leggera salita alla destra della terrazza. Bloccata la cartina sul tavolo con sassi, posacenere, boccali di birra e quant'altro, che non se la porti via il vento, e studiata la situazione, il sentiero da prendere per la val Duron è, manco a dirlo, quello in salita. L'altro porta dritti dritti a Malga Zallinger, sull'Alpe di Siusi. Uno scorbutico "Ja!" da parte della rifugista conferma.


Cavalli Haflinger e sullo sfondo i Rosszähne - foto franza

l'Alpe di Siusi - foto franza

Sassolungo - foto franza

Marmolada - foto franza

Passato il milionesimo cancello antivacca siamo sul crinale che fa da spartiacque fra l'Alpe di Siusi e la val Duron. Anche da qui lo spettacolo è magnifico: Sciliar, Rosszähne, Catinaccio di Antermoia, l'Alpe di Siusi davanti e dietro ancora il Sassolungo il Sella e la Marmolada. Si intravvede la splendida e poco frequentata val Duron e il tracciato del rientro. Qualche Haflinger sembra pagato dall'APT per fare da cartolina. Che posti!
Questo tratto di sentiero è più scorrevole e pedalabile, per quanto stretto e, a tratti, accidentato. Non c'è anima vivente, solo prati, montagne e silenzio. Ogni tanto smonto e spingo, ma per fortuna la maggior parte del percorso lo faccio in sella. Incontriamo un pastore con le sue vacche, che mi dice non so bene cosa in non so bene che dialetto, una vasca da bagno come abbeveratoio (!) un vecchio lavandino con sfondo Catinaccio come contenitore del sale (!!). Ma perché, mi domando, in mezzo a tanta bellezza? Davvero non ci sono alternative?


Val Duron - foto franza

milionesimo cancello - foto franza

Rosszhäne - foto franza

Catinaccio d'Antermoia - foto franza
Arrivati a questo bivio, (indicazione ex Dialer) invece che seguire il suggerimento del libro di Margoni e scendere all'orribile rifugio del Touring (degno a mio avviso della bottega degli orrori) per poi risalire a passo Duron (non capisco questa scelta), si decide di proseguire dritti (direzione lavandino) e in pochissimi minuti arriviamo a passo Duron, sotto le bastionate del Catinaccio d'Antermoia e ai delicati pizzi di roccia dei Rosszhäne.
 
Gran Vernel dalla val Duron - foto franza  
Inizia ora una facile, lunghissima discesa verso Campitello, fra prati, masetti, una malga (avvistate 2 magnifiche marmotte a pochi metri). La strada, chiusa al traffico privato, è comoda e larga, a tratti ripida e ghiainata, ma molto bella e divertente. 8 chilometri di pura goduria. Davanti al naso, a destra le ultime luci sul Gran Vernel, a sinistra sul Col Rodella.
Dopo il rifugio Micheluzzi la strada lascia le belle praterie dell'alta val Duron ed entra nel bosco, sempre comoda e divertente. Così comoda e divertente che la sottoscritta si produce in un suggestivo volo a pelle d'orso con varie conseguenze lacero-contuse, contuse e basta, escoriazioni, lividi sul culo, sparpagliamento di suppellettili per mezza valle e tutto il campionario. Per cui, dopo aver raccattato i miseri resti, scendo con moooooolta circospezione frenando ad ogni osso di formica: insomma me la faccio sotto. Per fortuna sono quasi al traguardo. Gli ultimi metri piombano a capofitto su Campitello in una stretta gola fino a raggiungere l'asfalto. Ancora poco più di 2 km e siamo all'auto (km 30 su per giu').
Giro paesaggisticamente magnifico, divertente per chi non fa, dello spingere un po', un disonore; tutto in alta quota con i vantaggi e gli svantaggi che questo comporta. Ad esempio il rischio di trovare neve fino a stagione inoltrata, dei cambi repentini di tempo (abbigliamento adeguato!), della splendida temperatura quando in valle ci sono 38° all'ombra, dei sentieri fatti per camminare e non per pedalare... Il rischio, in stagione, di trovare, soprattutto nel tratto centrale, dal col Rodella al Sasso Piatto, un traffico di escursionisti pari a quello del raccordo anulare in ora di punta. Al contrario fuori stagione non gira un cane. Nessun problema, in stagione di apertura, per trovare punti di ristoro; fuori stagione, a parte a passo Sella, si rischia di trovare tutto chiuso. Scegliendo bene il periodo e con una sufficiente dose di meteoculo è uno dei giri più belli che si possano fare da queste parti.
 
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