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Fontana |
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La meridiana |
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Come suggerito dalla nostra guida, un tantino
incasinata questa volta a dire il vero, oltre il Maurer imbocchiamo la strada
asfaltata che sale alla nostra sinistra (segnavia bianco/rosso n.4 - Durnholz),
passiamo davanti ad una splendida fontana in legno con tettoia, panca per
riposare, bicchiere di vetro pulitissimo, scopetta e detersivo e dopo aver
rabboccato le borracce ci immettiamo nella sterrata che si stacca, piana,
alla nostra destra (km.12,5), seguendo sempre l'evidente segnavia b/r. Da
questo punto in poi non lo si perde più, ad ogni bivio c'è
la freccia di legno o la traccia dipinta su un albero.
Dopo un tratto piano e una ripida ma breve rampa sassosa (a spinta) che
si inerpica verso sinistra (segnavia!) il sentiero, largo e comodo, si inerba
passando in piano fra cespugli di sorbo coperti di bacche rosse, costeggia
un maso con una meridiana dipinta sulla facciata e si impenna (di nuovo
a spinta), all'altezza della legnaia, verso sinistra (segnavia b/r - km.13).
Poche decine di metri in salita ed il tratturo spiana scorrendo tra un muro
a secco e uno steccato. L'erba è altissima, non pare passi molto
traffico da queste parti.
A km.13,8 si sbocca su asfalto e si vede finalmente Durnholz/Valdurna, con
il suo bel lago acciambellato ai suoi piedi. Sempre seguendo l'indicazione
bianco/rossa si gira a sinistra e ci si arrampica fino ad un gruppo di case
e ad una cappella. Da qui in comoda leggera discesa in un attimo si arriva
in paese (km 14).
FAME! SETE! All'inizio dell'abitato c'è un bar-ristorante, lo Jägerhof,
sponsor peraltro della FunBike: detto fatto, posteggiate le bici, ci sediamo
all'esterno ad un tavolone di legno. Poco dopo arrivano le birre, chiediamo
qualcosa da mettere sotto i denti. Alle nostre spalle, in veranda, diversi
turisti, tutti italiani, e non lo si capisce solo dall'idioma, sono al grappino
e paiono soddisfatti del pranzo. Un tagliere freddo, va bene? Benissimo,
grazie. Non so se è l'ora, se hanno più ospiti del previsto
o per quale diavolo di motivo, ma: il pane è malamente decongelato,
tiepido all'esterno, duro come un sasso e gelido all'interno. Lo speck è
troppo giovane e molliccio, il graukäse troppo freddo, l'altro pezzo
di formaggio è un anonimo Emmental o qualcosa di simile di provenienza
supermercato, o almeno quella è l'impressione. Una forchettata di
sottoli anche quelli dozzinali, l'unica cosa decente mezzo kaminwurz. Al
momento di pagare però il conto è di tutto rispetto: 11 euro
e spiccioli a testa! Non so che dire: il locale era pieno, gli altri avventori
mi parevano contenti, forse l'ora non era la più indicata, le 3 del
pomeriggio... ma cribbio almeno il pane scongelalo come si deve! e lo speck
non ha bisogno di preparazioni particolari, basta che sia invecchiato il
giusto e di buona qualità! Insomma, per spuntini volanti non mi sento
certo di consigliarlo, per pranzare sospendo il giudizio.
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Durnholz/Valdurna |
Durnholzer See/Lago Valdurna |
Finito il lauto pranzo, con
i cabasisi un tantino girati, riprendo la bici per fare il giro del
lago, non prima però di essermi fermata a vedere gli interni
della splendida chiesa di S.Nicola. Un sorprendente ciclo di affreschi
quattrocenteschi della "scuola di Bolzano" recentemente
scoperti e restaurati, raffiguranti un Cristo benedicente, simboli
degli Evangelisti, figure degli Apostoli sulle pareti laterali; scene
del martirio di San Vito dietro l'altare e scene della vita di San
Nicolò sull'arco di trionfo, un'altra meraviglia in questa
piccola valle in cima al mondo. Molto bello anche il piccolo cimitero
che la circonda, con le tipiche croci in ferro battuto molto più
belle delle spesso pretenziose lapidi in marmo dei nostri campisanti.
Mi colpisce il monumento dedicato ai caduti delle due guerre: troppi,
davvero troppi, soprattutto per una comunità così piccina.
Fatto il giro del lago, attenzione al sentiero della riva meridionale,
stretto e sterrato ma soprattutto molto frequentato da escursionisti
a piedi, ci si ferma a fare il punto della situazione. La guida suggerisce
di imboccare la stradina che, dalla fermata dell'autobus si stacca
in salita verso sinistra e che dovrebbe portare, dopo diverse deviazioni,
a San Martino. Almeno altri 200 metri di dislivello e diverso sterrato.
Io ne avrei abbastanza! Fra pifferi e trallalleri, sbagli e deviazioni,
ho già collezionato 950 metri di dislivello, ho spinto, trascinato,
mi son fatta travolgere dalla bici a sufficienza per oggi. Calzo l'odiato
casco e mi fiondo giù per la veloce discesa sulla provinciale,
divertendomi un bel po', più da bitumara che da mtbiker. La
qui presente redattrice, nota cagasotto in discesa, ha raggiunto la,
per lei rispettabilissima, velocità di 65 km/h e in un batter
d'occhio è all'auto. |
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